martedì 13 settembre 2016

Recensione: GEVURAH "Hallelujah!"
2016 - Profound Lore Records




GEVURAH è il moniker di questa band canadese, ma Geburah (גבורה) è anche il grande Signore della Paura e della Severità, il Sacerdote sacrificale dei Misteri, il Fuoco Sacro, è il disordine, l'entropia. Una Forza che si dirama in distinte suddivisioni interne. Tale forza sta nel suo potere attrattivo e coagulante, soprattutto quando la sua rigorosa ascensione potrebbe essere letale più del Male stesso da estirpare. Ecco che qui l'esperienza magico-spirituale è una vera Dimostrazione di Risolutezza. "Hallelujah!", primo full-length per il duo del Québec, è un atto di sacrificio che si converte quasi istantaneamente in energia ardente ed evocativa, vigoria attiva in uno spazio-temporale in perenne movimento. Facenti parte della corrente religious black metal, anche in questi sette capitoli c'è molto da aspettarsi in termini di ampliamento, poiché il fattore essenziale sta soprattutto nel saper esprimere sempre qualcosa di diverso in un genere ormai stantio da anni. Lo stile dei Gevurah rimane maestoso; ecco quindi passaggi rapidi e invasati alternati a mostruose orchestrazioni d'atmosfera che, mediante un processo morboso pugnalano con insistenza l'introspezione psicologica di chi ascolta il disco. Sono rimasto affascinato da "Hallelujah!", sebbene le canzoni siano di lunga durata (tutte si spingono oltre i sei minuti, escludendo la strumentale "Lifting the Veils of Da'at"). Se state cercando qualcosa di monumentale unito alla creatività, non commettete il peccato di voltare le spalle ai musicisti di Montréal. L'aura raggelante dei Gevurah è da tenere in seria considerazione. Denis Forkas ha dipinto l'immagine di copertina.

Contatti:

profoundlorerecords.bandcamp.com/hallelujah
profoundlorerecords.com

TRACKLIST: The Fire Dwelling Withinm, Cosmic Putrefaction, Un feu indomptable, Lifting the Veils of Da'at, Temple Without Form, Dies Irae – Lacrimosa, הַלְּלוּיָהּ