mercoledì 31 agosto 2016

Recensione: STRIKER "Stand in the Fire"
2016 - Autoproduzione




Da tanti mesi che non ascoltavo un disco di heavy/power/speed metal così esaltante. I canadesi STRIKER non deludono le aspettative di quanti come me avevano già assimilato e apprezzato i precedenti lavori in studio, in particolar modo quel "City of Gold" del 2014 che fece breccia nel cuore di numerosi appassionati di tali sonorità. Grintoso e melodico al tempo stesso, il sound adrenalinico di "Stand in the Fire" possiede l'energia necessaria per dare una svolta decisiva alla solida carriera di questa splendida realtà nordamericana, giunta a una maturità artistica davvero sorprendente, dopo nove anni di dura gavetta. In queste canzoni ci sono praticamente i migliori ingredienti dell'heavy metal a stelle e strisce, ma anche di quello europeo. A cominciare dal drumming esplosivo di Adam Brown, passando per le cavalcate del basso di William Wallace, per poi arrivare ai fulminanti riff/assoli di Timothy Brown (un mostro della sei corde) e all'incredibile estensione vocale del singer Dan Cleary. E' un ritorno discografico consigliato agli amanti dei suoni più classici, e che, probabilmente, potrebbe risultare accessibile anche agli estremisti dell'underground. Mi spiace per averlo ascoltato con ritardo, visto che "Stand in the Fire" (completamente autoprodotto) è uscito agli inizi del 2016. Avanti così Striker!

Contatti:

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facebook.com/strikermetal

TRACKLIST: Phoenix Lights, Out for Blood, Too Late, Stand in the Fire, The Iron Never Lies, Escape from Shred City, Outlaw, Locked In, United, Better Times, One Life