lunedì 11 maggio 2015

Recensione: REBUKER "New Leaf"
2015 - Independent




Arrivano da Atlanta (Georgia) questi REBUKER, trio che mette in mostra un sound abrasivo dall'incedere ostinato. E' dunque scontato il fatto che ci siano ancora delle realtà giovani in grado di unire le radici più dirette dell'hardcore con una furia innovativa imprevedibile. Lo dimostra questo "New Leaf", disco di non facile ascolto. L'energia è tanta e si può sentire nel lavoro dove ogni composizione riesce a trasmettere una sorta di reincarnazione del dolore di tre autentici capisaldi fluidodinamici della scena americana: Converge, primi The Dillinger Escape Plan e Botch. Lo stato di perenne caoticità sensoriale è dettato da un impeto fugace che rende abbastanza evidenti le intenzioni dei Rebuker. La produzione, adatta al genere suonato dai nostri, oltre a valorizzare ogni strumento, mette le pezze su alcune ingenuità che potevano essere tranquillamente evitate. C'è puzza di plagio in "Despite this Depression" (il giro iniziale di chitarra sembra richiamare spudoratamente quello utilizzato da Stephen Carpenter nella ipnotica "Rx Queen" dei grandi Deftones, brano presente nel pluriosannato "White Pony" del 2000). Nonostante le loro convinzioni, non si può certo affermare che i giovani musicisti coinvolti nel progetto brillino per originalità. Le basi comunque sono buone: per il futuro mi aspetto un netto miglioramento e, magari, un nuovo album più personale.

Contatti:

rebuker.bandcamp.com/new-leaf
facebook.com/rebukermusic

TRACKLIST: Till to Your Land, Pay Heed to the Divide, Crawl Back Into, The Hole in Which You Wish to Die, (Covet), I am the River (a), You're the Flower (b), Despite this Depression, The Fire that Burns the Both of Us, (Fearful Symmetry), Back Into the Earth, What are We Worth?