venerdì 24 aprile 2015

Recensione: UNREST "Grindcore"
2015 - Unspeakable Axe Records




Da un gruppo come gli UNREST era scontato aspettarsi qualcosa di veloce e in-your-face, questo perché Steve Jansson (Trenchrot, Crypt Sermon...), Chris Grigg (Woe) e Brooks Wilson (Trenchrot, Crypt Sermon) hanno deciso volutamente di non cedere a nessun compromesso per far detonare la loro rabbia. Il trio utilizza suoni abrasivi e diretti, capaci di sfondare a sufficienza i timpani. Il messaggio racchiuso in "Grindcore" (mai titolo fu più azzeccato) è ben chiaro, e non tradirà le aspettative dei seguaci di queste sonorità assassine. La band, infatti, pesta duramente facendo leva sulla violenza sonora e sull'intransigenza, tenendo bene a mente la lezione dettata dai maggiori esponenti del grind sorti tra la fine degli '80 e inizi dei '90. Lo spirito selvaggio riprende le tematiche scomode scaturite da innumerevoli problematiche sociali. Peccato che gli Unrest non abbiano azzardato più di tanto; ma d'altronde non si può pretendere troppo da musicisti così fedeli alla vecchia scuola. Ne consegue un album spietato, messo a punto da un'esecuzione implacabile. L'obiettivo dei nostri mira a scuotere le coscienze e far capire alle nuove generazioni che bisogna reagire, lottare, e smetterla di subire l'arrogante dittatura dei poteri forti. Credo di essermi spiegato abbastanza bene. I vecchi fan del grindcore, da questo punto di vista, sono molto più preparati. La Unspeakable Axe Records ha scommesso sugli Unrest. La scelta è azzeccata, senza ombra di dubbio.

Contatti:

unspeakableaxerecords.bandcamp.com/grindcore
facebook.com/unrestgrind
unspeakableaxerecords.com

TRACKLIST: We're Calling You Out, You Take, Inaction, Quit, Protest Culture, Faith Is a Hearse, Anything to Shock, Nothing (That's All You Have to Give), Identity in the Internet Age, Consumption, False Brotherhood, Drown