mercoledì 22 ottobre 2014

Intervista: HOPESEND - "SANGUE ARDENTE"






OGGI SULLA MIA SON OF FLIES W. HO IL PIACERE DI PRESENTARVI I SALENTINI HOPESEND, UNA FORMAZIONE "DURA E PURA" CHE FA LEVA SULLA TRADIZIONE DEL METAL D'ANNATA PER ESTERNARE CERTE SENSAZIONI ESTREME. ATTIVI DAL 2000 I RAGAZZI DEL GRUPPO HANNO PORTATO AVANTI UNO STILE CHE NEL CORSO DEL TEMPO NON HA MAI SUBITO CAMBI DI ROTTA. DA POCO E' USCITO IL NUOVO ALBUM E IN QUESTA INTERVISTA CI VIENE PRESENTATO DAL CHITARRISTA FONDATORE ILARIO SUPPRESSA.

1. Ciao Ilario. Il vostro nuovo disco ha titolo "Bloody Twilight.. And Other Visions". Quale concetto c'è alla base del lavoro?

- Il disco non è stato pensato come un vero e proprio concept, ma in molti dei testi si parla di come vediamo tutto ciò che ci circonda, si passa dalle visioni distorte date da particolari stati emotivi come in Twilight Vision, alla cruda e violenta realtà che vediamo e viviamo quotidianamente come in Bloody Vision o The World In The Mirror, fino a momenti molto più introspettivi come in The Seer... in realtà poi tutto ciò non è neanche un caso, credo semplicemente che se continuiamo a vedere e pensare in un certo modo dopo diversi anni la coerenza del nostro inquieto vivere abbia un valore più che rilevante... non che la coerenza sia sempre una cosa positiva!

2. Il vostro sound risente di innumerevoli influenze provenienti dalla vecchia scuola... Anche se si tratta di un disco con sonorità pesanti, non si limita solo a questo... Comporre in questo modo è un'esigenza oppure una necessità?

- Per quanto mi riguarda nè l'una, nè l'altra! Comporre in questo modo
è quello che ci viene naturale! Abbiamo ascolti e influenze diverse all'interno della band, ma alcune sonorità ci accomunano e ci viene naturale buttare giù un riff su cui lavorare... comunque per quanto riguarda le musiche per la maggior parte sono state partorite da me e
da Mirco, e i nostri ascolti hanno molti punti d'incontro, non solo sul thrash ma su tutta la scena metal degli anni '80, e con un background del genere come dicevo prima ci viene naturale comporre quello che facciamo.

3. Come riuscite a trovarvi d'accordo su così tante strutture sonore differenti, preservando la vostra coerenza stilistica?

- Non è facile... ci vuole tempo e perseveranza, non per niente ci abbiamo messo tanto, anzi, troppo tempo per tirare fuori questo disco... porca puttana! Ma se alla fine tu che hai ascoltato il disco e ci conosci da tempo parli di "coerenza stilistica" posso ritenermi estremamente soddisfatto!

4. Parliamo del titolo dell'ultimo disco: Come mai avete scelto "Bloody, Twilight... And Other Visions"?

- Qui ci tengo a fare una premessa: il termine "twilight" (come qualcuno ha molto erroneamente pensato) non ha niente a che vedere con certe storie di vampirelli emo che vanno a scuola e vestono alla moda, tanto in voga negli ultimi anni tra cinema e televisione americana di basso ordine e discutibile gusto! La zona del crepuscolo esisteva da molto prima, e anche il nostro brano Twilight Vision!!! Comunque sia il titolo del disco ci è sembrato un buon modo per rappresentare ciò di cui parlavo nella prima domanda a proposito dei testi.



5. Ritieni che questa line-up abbia trovato la giusta connessione mentre componeva il nuovo album? L'energia sprigionata dai brani mi sembra davvero buona...

- Questa line-up è resistita a troppe intemperie e troppi urti, quindi se siamo resistiti fino ad ora sopportandoci più che supportandoci l'un l'altro, direi che una connessione c'è... personalmente non so se e quanto sia giusta, ma se come dici l'energia sprigionata è davvero buona abbiamo segnato un'altro punto a nostro favore.

6. Credi che oggi ci sia più libertà di esprimersi artisticamente all'interno del panorama estremo? Senza per forza rintanarsi in un genere specifico... Rispetto al passato il concetto di ibridazione nella musica è molto più marcato. Voi come la vedete?

- Nel nostro paese parlare di libertà d'espressione artistica, specialmente in un panorama musicale estremo credo che sia alquanto utopico! Menomale che l'underground esiste, e nonostante piccola rimane pur sempre una realtà in cui la libertà d'espressione artistica non ha limiti di spazio, tempo e luogo. Sicuramente rispetto al passato c'è sempre più sperimentazione, questo perchè si è sempre alla ricerca, spesso anche affannosa e inutile, di qualcosa di originale e innovativo, ma questo non credo che abbia un connubio con la libertà d'espressione artistica... per me il fattore fondamentale è fare qualcosa di veramente valido che vada a toccare l'anima di chi ascolta, a prescindere se si tratti di una fusione tra generi diversi mai provata prima, oppure una roba che sa di già sentito, ma efficace! Personalmente le sperimentazioni tra suoni e generi musicali attirano spesso la mia attenzione, ma sono anche un vecchio bastardo nostalgico, e se per esempio mi capita di ascoltare un quattro quarti cadenzato degli AC/DC lo preferisco di gran lunga, perchè arriva dritto a toccare qualcosa in me!

7. Ci sono delle band, in particolare, che hanno segnato la vostra crescita musicale? Qualcuno che vi ha aperto gli occhi e la mente portandovi su una specifica ottica di fruire e concepire musica...

- Direi che ce ne sono tantissime! Come Hopesend nel corso di questi anni abbiamo suonato dal vivo diverse cover di alcune di quelle bands che ci hanno folgorato, chi per un motivo e chi per un'altro: Slayer su tutti, ma anche Kreator, i Death dell'ultimo periodo, Sepultura, Annihilator, Bulldozer... e queste sono solo alcune delle band che ci hanno segnato e che quindi abbiamo voluto tributare specie nei concerti. Ma ci sono anche molte altre band di generi diversi che fanno parte del nostro bagaglio culturale, e che davvero ci hanno proiettato in una dimensione diversa nel "vivere" la musica... ce ne sarebbero davvero troppe da nominare, ma non posso non citare i Black Sabbath, anche perchè abbiamo avuto la fortuna e soprattutto l'onore di partecipare ad una compilation/tributo alla band di Birmingham insieme ad altri validissimi gruppi tutti provenienti dall'underground italiano, il brano che abbiamo reinterpretato è stato "Children Of The Grave".

8. Oggi quali possono essere gli obiettivi e le speranze degli Hopesend con un disco come "Bloody Twilight... And Other Visions"?

- Essendo che non abbiamo più vent'anni non è che ci aspettiamo di entrare nella Hall of Fame del rock, e in questo momento credo che obiettivi e speranze si coniugano su un semplice "non fermiamoci qui"... in realtà il mio personale obiettivo, nonchè speranza, sarebbe di fare un disco migliore di questo appena pubblicato, poi un'altro migliore del prossimo, e continuare così finchè respiro... e naturalmente spero che il nostro disco piaccia, e spero di poter fare ancora tanti live... in fondo è quella la cosa che mi piace di più, lo faccio per passione pura più che per arrivare ad un obiettivo vero e proprio!

9. Grazie per l'intervista. Buona fortuna...

- Grazie a te per lo spazio concessoci, e un enorme in bocca al lupo per il lavoro che continui a portare avanti con la tua 'zine: SON OF FLIES RULES!!!



CONTATTIfacebook.com/Hopesend


HOPESEND line-up:

Giuseppe De Benedittis - Basso, Voce
Ilario Suppressa - Chitarra
Mirco Minosa: Chitarra
Gianni Lezzi: Batteria


RECENSIONE:
HOPESEND "Bloody, Twilight..." 2014 - autoprodotto