giovedì 16 gennaio 2014

Recensione: OMOTAI "Fresh Hell"
DIGITAL ALBUM | CD 2014 - the treaty oak collective




Tutto quello che ho ascoltato in questo secondo album dei texani OMOTAI ritengo sia una proposta discreta, onesta nel campo dello sludge metal, anche se nel songwriting dei nostri gli elementi noise deviano il sound verso territori più controversi. Rispetto al primo disco gli Omotai hanno aumentato gli sforzi per riuscire a comporre / offrire dei brani che in qualche moto potessero far emergere l'energia spesa. Il lavoro si avvale di una produzione professionale, una componente importante perché agevola l'ascolto e tiene abbastanza sveglia l'attenzione durante il fluire dei minuti. Sicuramente questi musicisti non possono essere considerati degli innovatori ma tutto sommato riescono quantomeno a proporre delle canzoni dignitose. La verità è che per stabilizzarsi fuori dalla prevedibilità stagnante dovrebbero ricercare soluzioni più articolate e meno scontate, ripetitive. Insomma, alla lunga "Fresh Hell" potrebbe stancare anche gli appassionati più viscerali e non basta nemmeno l'utilizzo della seconda voce pulita di Melissa Lonchambon per stemperare la sostanza. Si capisce che gli Omotai hanno assimilato la lezione dei maestri Mastodon e questo lo si può denotare nelle varianti di "Back Office", "Throats of Snakes", "Laser Addict". Non basta però! Con questo non voglio dire che siamo di fronte ad un gruppo scarso, anzi, ma l'aurea che li avvolge non è delle migliori. Per il momento dovreste solo cercare di adattarvi all'ultimo "Fresh Hell" in attesa di un prossimo passo decisivo e più convincente. Lo spero per loro! Lo trovate disponibile su bandcamp.

Contatti: facebook.com/omotai - omotai.bandcamp.com

TRACKLISTING: Get Your Dead Straight, Back Office, Giant Pygmy, LegLifter, Throats of Snakes, Laser Addict, We Don't Have to Be Strangers.